Guadalupe - Immagini negli occhi - Cammimo per incontrare Dio

I Cercatori di Dio
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Le immagini negli occhi di Maria
La scienza ha scoperto che gli occhi della Vergine presentano i tre effetti di rifrazione dell’immagine, vista come nell’occhio umano.
L’immagine ubbidisce alle leggi note dell’ottica, in particolare a quella che afferma che “un oggetto in piena luce può riflettersi tre volte nell’occhio” (legge di Purkinje-Samson, elaborata nel 1823 e completata nel 1838).
I risultati più incredibili sono venuti dall’esame degli occhi della Vergine di Guadalupe. Secondo la legge ottica nell’occhio umano si formano tre immagini riflesse degli oggetti osservati:
a) una sulla superficie esterna della cornea;
b) la seconda sulla superficie esterna del cristallino;
c) la terza, rovesciata, sulla superficie interna del cristallino stesso.
Tali immagini riflesse è impossibile vederle negli occhi di una persona vivente, perché sono volitive, a meno di particolari strumenti.
È impossibile e assurdo vederle negli occhi di un volto umano dipinto su una tela!
Eppure, nel 1929, il fotografo Alfonso Marcué González, esaminando alcuni negativi dell’immagine della Madonna di Guadalupe, scorse nell’occhio destro qualcosa di simile al riflesso di un mezzo busto umano.
Nel 1951 il fotografo José Carlos Salinas Chàvez, fotografo ufficiale della Basilica di Guadalupe, dichiarò che in entrambe le pupille della Vergine Maria, molto ingrandite, si vedeva riflessa la testa del veggente Juan Diego.
Tra il 1956 e il 1958, compì cinque indagini servendosi di lenti di ingrandimento e oftalmoscopi: egli confermò la presenza di immagini di figure umane negli occhi della Madonna.
Nel 1977 l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann analizzò al computer gli ingrandimenti in scala 1: 2000 del particolare e affermò che si vedono ben 5 figure:
1. Un indigeno che osserva
Appare a figura intera, seduto a terra. La testa dell’indigeno è leggermente alzata e sembra volgere lo sguardo verso l’alto, in segno di attenzione e reverenza. Spiccano una specie di cerchio nell’orecchio e sandali ai piedi.
2. L’anziano
Dopo l’indigeno si individua il volto di un anziano, calvo e con il naso prominente e dritto, occhi infossati rivolti verso il basso e barba bianca. I tratti coincidono con quelli di un uomo di razza bianca. La sua spiccata somiglianza al vescovo Zumárraga, per come appare nei dipinti di Miguel Cabrera del XVIII secolo, permette di supporre che si tratti della stessa persona.
3. Il giovane
Accanto all’anziano c’è un giovane con tratti che denotano stupore. La posizione delle labbra sembrano rivolgere la parola al presunto vescovo. La sua vicinanza a lui ha portato a pensare che si tratti di un traduttore, perché il vescovo non parlava la lingua náhuatl, quella parlata dal veggente. Si crede che si tratti di Juan González, giovane spagnolo nato tra il 1500 e il 1510.
4. Juan Diego
Si evidenzia il volto di un uomo maturo, con tratti indigeni, barba rada, naso aquilino e labbra socchiuse. Ha un cappello a forma di cartoccio, di uso corrente tra gli indigeni che all’epoca si dedicavano ai lavori agricoli. L’aspetto più interessante di questa figura è il mantello che porta annodato al collo, e il fatto che stenda il braccio destro e mostri il mantello nella direzione in cui si trova l’anziano. L’ipotesi del ricercatore è che questa immagine corrisponda al veggente Juan Diego.
5. Una donna di razza nera
Dietro il presunto Juan Diego appare una donna dagli occhi penetranti che guarda con stupore. Si riescono a vedere solo il busto e il volto. Ha la carnagione scura, il naso schiacciato e le labbra grosse, tratti che corrispondono a quelli di una donna di razza nera. Donna di cui parla padre Mariano Cuevas, nel suo libro Historia de la Iglesia en México, pubblicato in Messico nel 1922.
6. L’uomo barbuto
All’estrema destra di entrambe le cornee appare un uomo barbuto e con tratti europei che non si è riusciti a identificare. Mostra un atteggiamento contemplativo, il volto esprime interesse e perplessità; tiene lo sguardo verso il luogo in cui l’indigeno distende il suo mantello.
Al centro di entrambi gli occhi appare quello che è stato definito gruppo familiare indigeno. Le immagini sono di dimensioni diverse rispetto alle altre, ma queste persone hanno tra di loro le stesse dimensioni e compongono una scena diversa.
Queste immagini sono grandi la quarta parte di un milionesimo di millimetro
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Responsabile don Fabrizio Maniezzo

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