Una lettura cristiana degli avvenimenti - blog - Cammimo per incontrare Dio

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Il cristiano da che parte sta?

Cammimo per incontrare Dio
Pubblicato in Prossimo · 31 Maggio 2019
Tags: ProssimoPoveri
Ognuno di noi, di fronte a un dilemma dovrebbe farsi questa domanda.
Viviamo un tempo in cui la società ci presenta una miriade di problemi: violenza, razzismo, droga, tanti modelli familiari (!)… e via dicendo. Se alcune situazioni sono facili da discernere, altre non lo sono per niente, soprattutto quando ci imbattiamo in un comportamento che non collima con i valori in cui crediamo. D’altra parte, oggi, non ci fidiamo più di nessuno, nemmeno del Papa. Anzi, spesso, siamo convinti che pure lui sbagli.
Certo, chi non crede, deve far affidamento alla propria ideologia: marxismo, liberismo, opportunismo, relativismo, ecc., ma come fa a essere sicuro che davvero la sua scelta sia quella giusta? Potrebbe essere giusta per lui, ma oggettivamente è così?

Ecco il vero problema.
Noi cristiani siamo chiamati a fare affidamento sulla legge morale e sulla morale naturale che Dio ha inserito nel nostro cuore e sulle disposizioni che la Chiesa ci trasmette da sempre e che trovano un corrispettivo nei Vangeli e nel comportamento di Gesù.
Il Papa, ad esempio, ci dice chiaramente che dobbiamo avere il cuore aperto e accogliere se possibile gli immigrati, in ogni caso ci chiede di avere sempre compassione di loro e aiutarli, se sono nel bisogno.
È un insegnamento generale, che include la carità, ma che ci lascia liberi. Nulla di nuovo, la Chiesa, ci ha sempre ricordato – come il Vangelo ci insegna - che la carità sta al primo posto, e che occorre amare il prossimo come noi stessi.
Tutto bene come principio, ma all’atto pratico cosa vuol dire?
Prendiamo spunto dalla domanda posta dal dottore della legge a Gesù:
«E chi è il mio prossimo?» (Lc 10,29). Il prossimo è chi ci sta vicino, in primo luogo quelli della nostra famiglia, gli amici i colleghi di lavoro, i concittadini, e, se mi allargo un po’, i compatrioti, i correligionari, ecc.; vuol dire allora che gli altri non li dobbiamo amare? Se siamo buoni cristiani, amiamo tutti, ma abbiamo maggiori attenzioni verso le persone che ci stanno vicino, come ha fatto Gesù con gli apostoli: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte». (Mc 6,31-32).
Perciò, in primo luogo devo prendermi cura di chi mi sta vicino, di quelli che incontro… e poi, di tutti gli altri.
Il mio cuore deve essere accogliente verso tutti, ma se qualcuno dipende da me: un genitore, un figlio, dei parenti… non sono libero di fare quello che voglio, devo prendermi cura di loro, non posso adottare la scusa che devo amare l’intera umanità.
Questo principio è valido per tutti, anche per chi ricopre delle cariche pubbliche!


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