Il senso cristiano della croce - Cammimo per incontrare Dio

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Mistica cristiana
Il senso cristiano della croce
Siamo soliti pensare che le tenebre siano quelle del mondo, nelle quali i credenti vedono risplendere la luce del Crocifisso. Non è così. Le «tenebre» più profonde sono nella separazione divina tra il Padre e il Figlio, al quale partecipa anche lo Spirito Santo.
Nella passione, Gesù assume il peccato degli uomini: il Padre riconosce nel Figlio, l’Amato, ricoperto dalle tenebre umane e si ritira, non risponde al suo grido sofferente, lo Spirito Santo ammutolisce.
Vita
Sono queste le «tenebre» dell’abbandono più abissali, ma questo tempo del reciproco abbandono tra Padre e Figlio è il tempo in cui si compie il più impenetrabile mistero della loro carità, del loro amore.
Il silenzio di Dio Padre e, in qualche modo, il suo allontanamento dal Figlio, nella «totale assenza» dello Spirito Santo sono l’oscurità più profonda, come un’eclissi della carità, perché lo Spirito Santo è la carità tra i due.
Quest’esperienza di abbandono sulla croce ha causato a Gesù, Uomo-Dio, la maggior sofferenza, più ancora di quella causata dal cumulo dei peccati di tutti gli uomini. Le «tenebre» sono assunte dal Figlio che è e vuole essere l’immagine perfetta del Padre, stesso amore, stesso carattere, stesso spirito e il Padre riconosce nel Figlio crocifisso le sue «tenebre».
Si manifesta così l’intima comunione nella forma dell’estrema divisione. La comunione tra loro è «sospesa», entrambi in qualche modo sono estranei l’uno all’altro. Il Padre può osservare il peccato degli uomini, nella luce della carità del Figlio, invece di vederlo nelle tenebre della giustizia.
Lo Spirito Santo, che è lo scambio vivo della carità tra il Padre e il Figlio, li lascia soli nel mistero della loro più profonda intimità. Egli si mette da parte per essere il mistero della carità oscurata tra il Padre e il Figlio e diventa «tenebra» per far realizzare il mistero dell’abbandono.
In questo modo partecipa alla croce e alla redenzione, assumendo, allo stesso tempo, il ruolo di testimone. Infatti, con la sua testimonianza la decisione di Dio diventa irrevocabile.
Dal mistero pasquale nel quale lo splendore della luce vince le «tenebre» della croce, nasce la nuova umanità: la Chiesa, impregnata di luce della carità del Figlio. (Cfr. Gv 1,5)

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