La visita di Maria a Elisabetta - Cammimo per incontrare Dio

I Cercatori di Dio
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

I Cercatori di Dio
Lettura Cristiana
Informazioni
I Cercatori di Dio

I Cercatori di Dio


Lettura Cristiana
Traduzione - Traslation - Tradução
Traduzione - Traslation - Tradução - Traduction
Title
Vai ai contenuti
Menù
Blog
Come funziona
Informazioni
Registrazione
Informazioni
Lettura Cristiana
Lettura Cristiana
Informazioni
Menù
Registrazione

App
Menù
Lettura Cristiana
Informazioni
Registrazione

Importa
Down
Video
Video
La visita a Elisabetta
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Lc 1,39-40
Maria
L’Angelo aveva solo informato Maria: Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile; eppure Maria, intraprende subito il cammino per seguire le sue indicazioni. Per lei, infatti, ogni più piccolo cenno di Dio è già un ordine.
Al sopraggiungere di Maria, Elisabetta le rivolge il saluto, ma le parole diventano per lei verità solo nel momento stesso in cui le pronuncia. Accade come ai profeti, antichi e moderni, che parlano con le parole dello Spirito e dicono, improvvisamente, cose che essi stessi non avevano mai considerato, toccando nel più profondo chi li ascolta.
L’improvviso intervento dello Spirito Santo si ripercuote, sia in chi parla sia in chi ascolta le sue parole, infatti, Elisabetta, accoglie Maria con la voce dello Spirito che è in lei: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! Non fa differenza tra la benedizione data alla Madre e quella indirizzata al Figlio, comprende che entrambi costituiscono un’unità, che è il risultato di una grazia del tutto particolare.
In questo incontro, entrambe le madri, fungono solo da mediatrici per i figli. La visita di Maria a Elisabetta, nel più profondo significato, è una visita di Cristo a Giovanni che diventa il suo precursore e che, con la straordinarietà del concepimento di Elisabetta, già rimanda a lui.
La fecondità di Elisabetta sarà un segno esteriore che richiamerà l’attenzione degli uomini più che non la fecondità della Vergine; così come Giovanni, nel deserto, sarà espressione visibile del Signore che trascorre nel riserbo la sua giovinezza.
Questa maggiore rilevanza nei confronti del miracolo più piccolo rispetto a quello più grande, – sempre che esista un ordine di grandezza nei miracoli –, ci rivela come gli uomini diano più importanza a ciò che è marginale piuttosto che a Gesù Cristo, cuore degli eventi straordinari.
Essi rivolgono l’attenzione più agli aspetti straordinari dei santi che non al loro eroismo nel praticare le virtù!
Elisabetta, che all’inizio poteva pensare che il dono della maternità fosse stato destinato per la gioia sua e di Zaccaria, comprende che è coinvolta in una missione di natura divina che oltrepassa la sfera personale, e che la grazia da lei ricevuta è destinata ad accrescersi in suo figlio. Pertanto la gioia di Elisabetta consiste nel favorire la missione di suo figlio.
Maria, dopo l’incontro con l’Angelo che l’ha definita piena di grazia, diventa la mediatrice della grazia stessa e là dove arriva con suo Figlio, la grazia, attraverso di lei, si riversa nel mondo.
La Madre ricopre il ruolo che era stato dell’Angelo, così il suo saluto pacifica Elisabetta, aiutandola a diventare uno strumento docile nelle mani di Dio e a comprendere che la sua missione ha significato nella misura in cui favorisce la missione di suo figlio, precursore di Cristo.
È Gesù, che nel grembo di Maria, ridesta la missione di Giovanni, passando attraverso sua madre. La grazia trabocca sempre, non si ferma mai: da Gesù passa a Maria, da Maria a Elisabetta, da Elisabetta a Giovanni, il quale la diffonde a tutti quelli che lo ascoltano e, alla fine, accresciuta, ritorna alla sorgente divina.
È solo l’ubbidienza al Signore che suggerisce a Maria come amministrare la grazia ricevuta; lei trattiene nulla per sé, così la grazia di suo Figlio non perde la sua forza ed efficacia.
La fede di Maria ha permesso l’incarnazione, perciò è sufficiente che Maria creda quanto Dio le comunichi perché ciò si realizzi.
L’Angelo prepara Maria alla sua missione parlandole di Elisabetta, così come Giovanni preparerà la missione di Gesù; Elisabetta serve rivelando la Madre del Signore, così come Giovanni rivelerà suo Figlio.
È Dio che sceglie: la Madre per ubbidienza, che è la vera libertà, lascia solo che la missione di Elisabetta e Giovanni si ridestino con la sua presenza.
(cfr Adrienne von Speyr)
INFORMAZIONE
Se non leggi bene la Parola di controllo puoi cambiarla cliccando su Invia , si cambierà ogni volta che cliccherai a vuoto.
Non sono presenti ancora recensioni.
0
0
0
0
0



Responsabile don Fabrizio Maniezzo

Responsabile don Fabrizio Maniezzo
Responsabile don Fabrizio Maniezzo
Responsabile don Fabrizio Maniezzo
App
Responsabile don Fabrizio Maniezzo
Rapid Privacy Policy
Torna ai contenuti