Quale forma di governo?
Stiamo assistendo continuamente, a livello mondiale, alla diatriba tra i partiti e le relative forme di vita che i vari politici accreditano.
Ovviamente ogni politico è convinto che il proprio modello sia il migliore, faccio alcuni esempi:
- L’ala vetero-comunista vorrebbe un’autentica distribuzione della ricchezza ma, forse, non tutti ci credono, basta pensare alla Cina che, in teoria, è “comunista”, ma ha abbracciato il capitalismo a livello mondiale.
- Lo schieramento democratico vorrebbe che fossero i popoli a determinare la propria esistenza ma oggi ci si trova a lottare, purtroppo, contro chi vuole, in pratica, assoggettare i popoli.
- Le società fondate sulla matrice religiosa, invece, hanno trasformato i loro precetti in forma di vita politica. Basta pensare al mondo islamico nel quale la politica e la cultura sono determinate dai precetti religiosi, integralmente applicati nella loro legislazione. Purtroppo, nei paesi in cui vige un fondamentalismo religioso, il contatto con la cultura occidentale è visto come perdita d’identità e certi gruppi radicali, hanno dichiarato una sorta di guerra del terrore contro gli obiettivi occidentali, rendendo difficili i rapporti fra gli stati e l’integrazione all’interno delle società.
- Ci sono poi società che vogliono essere “asettiche”, in altri tempo avrei detto “positiviste”, per far vivere, senza condizionamenti, sempre e solo a “servizio”: dell’uomo, del potentato di turno, dell’intellighenzia culturale, economica, religiosa, ecc. (ognuno pensi quello che vuole). Una sorte di forma che si adatta a tutte le stagioni.
- Ultimamente, da noi, è tornato in auge il mito del “buon selvaggio” di rousseauiana memoria, il quale afferma che se si lascia il selvaggio crescere, senza condizionamenti da parte della società, diventerà sicuramente “buono”. A proposito, l’essere “buono” è in relazione a chi e a che cosa?
Potrei continuare ma ciascuno può individuare da sé altre forme di visione politica o di società.
Quello che vorrei sfatare è la convinzione che la democrazia dovrebbe essere presente ovunque.
Per restare nell’ambito della nostra Europa, ci troviamo a dissentire con gli Organismi che gestiscono l’unione europea perché ogni
Stato, cercando di essere “democratico”, propone la propria visione.
Proviamo un po’ a chiederci allora quale visione della vita e dell’uomo, possiede l’Europa.
Pare che gli interessi economici siano al primo posto, mentre il resto è solo teoria da lasciare agli sprovveduti.
La forte tensione tra le due forme politiche, democrazia e potere plutocratico, è all’ordine del giorno, perché nessun popolo vuole sottostare al potere dei potentati economici, per cui non è possibile che queste due concezioni convivano insieme. Il contrasto è inevitabile. Nel primo caso conta la demo-crazia cioè il potere del popolo; nel secondo caso conta il potere plutocratico, cioè i soldi in mano a pochi potenti.
La soluzione è una sola: una giusta distribuzione dei beni, secondo il principio democratico, unito all’apprezzamento della ricchezza, perché essa è un dono, non tanto personale quanto sociale, nella consapevolezza che la generosità è sempre una scelta.
La visione cristiana della società, e la forma di governo che ne deriva, può permettere agli uomini una vita più tranquilla, ben sapendo che l’uomo, egoista per natura, potrebbe essere attratto verso il male aumentando così la sofferenza dei suoi simili.
Solo Gesù Cristo può aiutare l’uomo a superare la forte tensione che esiste tra il bene e il male, anche nelle forme di governo.
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